Uno dei borghi più belli d’Italia a solo un’ora da Roma, seguiteci nel bellissimo territorio di Subiaco nel Parco dei Monti Simbruini esteso per 30 mila ettari ai confini tra Lazio e Abruzzo. Iniziate a programmare una gita fuori porta perchè è proprio a pochi chilometri da Roma che ci sono alcuni tesori tutti da scoprire!
Ed è proprio sul monte Taleo di Subiaco che sorge un luogo mistico e suggestivo incassato nella roccia a strapiombo sulla valle sottostante, tale appare al visitatore che percorre il Bosco Sacro con pareti, volte e scale, perfettamente integrate nella pietra cui si appoggiano, con la loro irregolarità, garantiscono un’autentica suggestione in chi si avvicina per visitarlo.
Definito da Petrarca la “Soglia del Paradiso” è il monastero di San Benedetto edificato per custodire la grotta sacra (“sacro speco”) dove si ritirò Benedetto da Norcia nei suoi tre anni di eremitaggio,
Il Sacro Speco è composto dalla Chiesa Superiore, dalla quale si accede, suddivisa in due parti: la prima è caratterizzata da affreschi di Scuola Senese relativi agli episodi dell’ultima parte della vita del Cristo; la seconda da affreschi di Scuola Umbro-marchigiana riguardanti alcuni episodi significativi della vita di San Benedetto.
Tutto il monastero, è completamente affrescato e offre al visitatore uno sguardo meraviglioso su diverse epoche pittoriche italiane, attraversando la navata della chiesa si arriva all’altare e, da li, alle scale per scendere nella parte inferiore della struttura dove è ospitata la Chiesa Inferiore, affrescata da artisti di Scuola Romano-popolare, agli inizi del XIII secolo .
Una cappella molto importante è quella di San Gregorio, in quanto conserva l’unico “ritratto” al mondo di San Francesco d’Assisi, ossia l’unico affresco del Santo realizzato quando egli era ancora in vita; proprio per questo motivo è stato rappresentato senza aureola, ma anche senza stigmate, che ricevette nel 1224, cioè l’anno dopo la realizzazione di questo affresco a Subiaco.
A Subiaco oltre al monastero di San Benedetto molto importante è quello di Santa Scolastica uno dei dodici monasteri voluti da San Benedetto nella valle sublacense, l’unico sopravvissuto ai terremoti e alle distruzioni saracene che si articola in tre chiostri e una chiesa, quattro strutture architettoniche molto interessanti e differenziate tra di loro, poiché appartenenti a varie epoche e quindi realizzate in stili diversi.
Il Chiostro più antico è quello Romanico o Cosmatesco, risalente alla prima metà del XIII secolo. Esso è caratterizzato da una magnifica serie cosmatesca di colonnine marmoree, nonché da una veduta integrale del campanile, anch’esso romanico, costruito a partire dal 980 d. C.
Il successivo Chiostro Gotico è stato realizzato nel XIV secolo ed ha come caratteristica peculiare il meraviglioso e tardo-gotico arco flaboyant, opera di maestranze tedesche. Sopra il chiostro si trovano i locali della Biblioteca del Monastero di Santa Scolastica, gioiello di grande prego in ci vengono conservati manoscritti e miniature medievali nonché i primi testi stampati in Italia.
Il Chiostro Rinascimentale del monastero di Subiaco di Santa Scolastica è il più recente e risale alla fine del XVI secolo. Al centro si erge la maestosa statua bronzea di Santa Scolastica, ivi collocata nel 1994 in occasione del cinquantenario del bombardamento del monastero che, durante la seconda guerra mondiale, distrusse un lato del chiostro e la facciata esterna del monastero, entrambi ricostruiti negli anni ’50.
Infine, l’attuale Chiesa Neoclassica del Monastero di Santa Scolastica, risalente alla fine del XVIII secolo, è stata progettata e costruita a partire dal 1769 dall’architetto Giacomo Quarenghi. Essa è l’ultima di cinque chiese che si sono susseguite nel corso del tempo nel monastero ed è stata edificata all’interno della precedente chiesa gotica, della quale oggi restano visibili solo la facciata esterna e una cappellina interna.
Il monastero ebbe il periodo di maggiore splendore tra il secolo XI e il secolo XIII. Nel 1465 i due chierici tedeschi A. Pannartz e C. Sweynheym vi impiantarono la prima tipografia italiana, che arricchì la Biblioteca, già esistente, di incunaboli e di libri di grande valore.
Non rimane che ritagliarvi una bellissima domenica e farvi catturare dal fascino e dal misticismo di questo bellissimo luogo!