Ogni 4 novembre si festeggia in Italia la festa delle forze armate, dal 1918 in occasione della fine del primo conflitto mondiale – la Grande Guerra – un evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l’inizio del ’900 e che ha determinato radicali mutamenti politici e sociali.
Istituita nel 1919 la celebrazione del 4 novembre è l’unica festa nazionale che abbia attraversato decenni di storia italiana: dall’età liberale, al fascismo alla Repubblica italiana. La data, che celebra la fine vittoriosa della guerra, commemora la firma dell’armistizio siglato a Villa Giusti (Padova) con l’Impero austro-ungarico ed è divenuta la giornata dedicata alle Forze Armate.
Nel 1921, in occasione della celebrazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, il Milite Ignoto venne sepolto solennemente all’Altare della Patria a Roma.
Con la vittoria nella prima guerra mondiale, l’Italia completò l’unità nazionale, iniziata con il Risorgimento, con l’annessione di Trento e Trieste, tant’è che questo conflitto è considerato la quarta guerra d’indipendenza italiana, sebbene oggi tale termine abbia perso di rilevanza, senza però scomparire.
Nei primi anni ’70 è stata anche festa nazionale, per poi diventare “festa mobile” ed essere celebrata tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre.
Nel corso degli anni ottanta e novanta la sua importanza nel novero delle festività nazionali è andata declinando ma negli anni duemila, grazie all’impulso dato dall’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che fu protagonista, all’inizio del XXI secolo, di una più generale azione di valorizzazione dei simboli patri italiani, la festa è tornata a celebrazioni più ampie e diffuse.





