A 500 anni dalla morte del Genio Raffaello Sanzio

Raffaello uno dei grandi pittori del ‘500 italiani, che portò la pittura, insieme ad altri, al suo apice. A mezzo millennio dalla sua scomparsa questo è un ottimo momento per rivalutare il suo ampio successo e la sua importanza per l’umanità come punto di riferimento per la bellezza ideale e l’invenzione artistica. L’ Urbinate moriva a Roma il 6 aprile 1520 alla giovane età di 37 anni.

Nell’attesa di ammirare in tutto il suo splendore a Roma nelle scuderie del Quirinale la grande esposizione a lui dedicata (fino al 30 agosto), sospesa da tre mesi causa emergenza coronavirus ma prorogata grazie alla disponibilità e alla solidarietà delle istituzioni museali e dei collezionisti che hanno prestato le opere, ricordiamo il genio rinascimentale attraverso le quattro “Stanze di Raffaello” dell’ Appartamento Pontificio in Vaticano che noi stessi abbiamo visitato nella prima riapertura post covid nei Musei Vaticani.

Nel 1508 Raffaello accorre a Roma perchè chiamato da Papa Giulio II, su probabile suggerimento del Bramante, conterraneo dell’artista. Dall’anno successivo il Sanzio viene assunto come pittore di Palazzo incaricato di affrescare le quattro stanze dell’abitazione privata del Papa. Il ciclo delle stanze Vaticane sta a Raffaello come la Cappella Sistina sta a Michelangelo ovvero il suo più alto grado di maturazione artistica.

STANZA DELL’ INCENDIO DI BORGO

La camera da pranzo ordinaria degli appartamenti del Pontefice. Il ciclo di affreschi illustra le grandi aspirazioni politiche di Leone X per mezzo di storie tratte dalle vite dei due Papi precedenti. In tutti gli episodi il Papa assume tratti di regnante in una sorta di dimostrazione politica, militare e diplomatica.

Musei Vaticani sale di Raffaello Stanza dell’incendio di Borgo

La prima scena raffigurata l’ “Incoronazione di Carlo Magno” avvenuta nella Basilica Vaticana nella notte di Natale dell’ 800 ad opera di Leone III evento che diede inizio al Sacro Romano Impero.

Musei Vaticani stanze di Raffaello sala dell’incendio di Borgo scena incoronazione di Carlo Magno

Si passa poi alla “Giustificazione di Papa Leone III” che illustra la promessa fatta dal Papa in presenza di Carlo Magno e di sacerdoti il giorno precedente l’incoronazione del sovrano, per respingere le calunnie che gli erano state rivolte. È l’ “incendio di Borgo” l’affresco più emozionante con intervento di Papa Leone IV che impartendo la benedizione, spense l’incendio divampato nel quartiere romano di Borgo. Infine ” La Battaglia di Ostia” avvenuta sul litorale romano nel 849 e celebrante la vittoria sui Saraceni riportata da Papa Leone IV e dal suo esercito.

Musei Vaticani stanze di Raffaello sala dell’incendio di Borgo

STANZA DELLA SEGNATURA

Uno straordinario percorso d’arte che contiene i più famosi affreschi di Raffaello è la stanza della Segnatura. L’ambiente prende il nome dal più alto tribunale della Santa Sede presieduto dal Papa che si riuniva in questa sala. Gli affreschi rappresentano i tre aspetti più meritevoli dello spirito umano: il Vero, il Bene e il Bello. Sulla volta sono ritratte figure allegoriche che simboleggiano quattro discipline: la Teologia, la Filosofia, la Giustizia e la Poesia.

Musei Vaticani stanze di Raffaello sala della Segnatura

La Disputa del Sacramento viene erroneamente interpretata poichè in realtà è una rappresentazione del trionfo della religione. La composizione è divisa in due parti: nella sezione in alto si trova la Chiesa militante con i dottori e i teologi che presiedono il sacramento dell’eucarestia, vero centro dell’intera scena. Nella parte bassa c’è la Chiesa trionfante con Dio padre, gli angeli, Cristo in Maestà tra la Vergine e San Giovanni e in basso la colomba dello spirito Santo.

Musei Vaticani stanze di Raffaello sala della Segnatura scena della Disputa del Sacramento

Sulla parete di ingresso l’opera più conosciuta La Scuola di Atene che illustra pensatori, filosofi e scienziati dell’antichità. Al centro di tutta la scena Platone, raffigurato con le sembianze di Leonardo Da Vinci, nell’atto di sollevare il dito al cielo idicando la sfera ideale da cui egli ritiene provenire la conoscenza. Aristotele che con il braccio destro indica il mondo circostante, la natura e dunque l’importanza di una conoscenza fondata sull’osservazione della realtà. I due filosofi rappresentano la possibilità di unione tra la dottrina platonica e quella aristotelica, all’epoca aspramente contrapposte.

Musei Vaticani stanze di Raffaello sala della Segnatura scena della scuola di Atene

La terza grande composizione della sala raffigura il Parnaso, dal nome della montagna sacra al Dio Apollo e alle Muse secondo il mito Greco. Nella scena apollo suona una lira circondato dalle nove muse protettrici delle arti. Sulla parete opposta sono raffigurate le virtù Cardinali: fortezza, prudenza, temperanza e quelle teologali: fede, speranza e carità.

STANZA DI ELIODORO

Qui Giulio II chiese una rappresentazione dell’appoggio divino alla Chiesa e un’esaltazione della propria politica. Questo per dare un segno di forza in un momento in cui il papato era messo in crisi da diversi nemici. Si parte dalla cacciata di Eliodoro in cui viene rappresentato il cancelliere del Re di Siria, sorpreso a rubare il tesoro del Tempio di Gerusalemme. La cacciata è un riferimento all’intoccabilità del patrimonio della Chiesa.

Musei Vaticani stanze di Raffaello sala di Eliodoro

Su un’altra parete troviamo la Liberazione di San Pietro suddivisa in tre momenti: al centro l’angelo appare in sogno a San Pietro. A destra lo conduce fuori dalla prigione superando le guardie addormentate. A sinistra una guardia sveglia gli altri soldati sbigottiti per l’improvvisa scomparsa del Santo. Si tratta di uno dei più suggestivi notturni nella storia dell’arte.

Musei Vaticani stanze di Raffaello sala di Eliodoro scena della liberazione di San Pietro

Un altro affresco celebra l’incontro di Papa Leone Magno con Attila in cui il Papa riesce a spaventare i barbari di Attila grazie all’apparizione in cielo dei Santi Pietro e Paolo armati di spade, evitando la loro discesa su Roma.

Nella quarta parete la Messa di Bolsena, episodio leggendario durante il quale un prete dubbioso sulla presenza di Cristo durante la celebrazione della messa, vide uscire sangue dall’ostia consacrata. Questo evento, diede vita alla festa cristiana Corpus Domini, fu anche all’origine della costruzione del Duomo di Orvieto.

STANZA DI COSTANTINO

Destinata a ricevimenti e cerimonie ufficiali. La sua decorazione fu realizzata dagli allievi di Raffaello sulla base di disegni lasciati dal maestro dopo la sua prematura morte. Gli affreschi celebrano la storia di Costantino primo imperatore romano a concedere la libertà di culto ai cristiani con l’editto di Milano del 313 d.C.

Musei Vaticani stanze di Raffaello sala di Costantino

Si comincia con l’ Apparizione della Croce in cui Costantino, prima della battaglia contro Massenzio, parla ai soldati e nel cielo appare la Croce, conferma che l’imperatore vincerà.

Segue la Battaglia di Ponte Milvio che rievoca la vittoria di Costantino su Massenzio autoproclamatosi imperatore al suo posto. Poi è la volta del Battesimo di Costantino mentre la quarta e ultima scena raffigura la Donazione di Roma nella quale Costantino offrì a Papa Silvestro la città di Roma. Su questo episodio si fondò lo stato della Chiesa e il potere temporale dei Papi. La scelta di questi temi è dovuta al desiderio di affermare la potenza della Chiesa ripercorrendo un periodo storico in cui essa si affermò come istituzione, sconfiggendo il paganesimo.

Musei Vaticani stanze di Raffaello sala di Costantino Battesimo
Musei Vaticani Stanze di Raffaello sala di Costantino

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2 pensieri riguardo “A 500 anni dalla morte del Genio Raffaello Sanzio

  1. NON LAMENTARSI MAI
    DELL’ALTA ETA’ RAGGIUNTA
    (Io, Raffaello ed altri grandi)

    Se un Raffaello è morto addirittura
    a 37 anni, di che cazzo
    io mi lamento? La mia avventura
    su questa terra — dove un grande mazzo

    mi sono fatto, ma ho pur goduto —
    da oltre il doppio dura . . . e perciò
    “zitto e mosca”, in quanto ho conosciuto
    più cose assai di quello. No . . . no,

    non debbo lamentarmi . . . “Grazie, Dio,”
    — devo invece dire — “che hai permesso
    che cotanto vivessi”. Il mio addio
    (per restare in tema), penso spesso,

    sarà quando avròòòò . . . ma guarda tu . . .
    l’età ( 89 ), in cui l’immenso
    Buonarroti spari, e così in più
    fra i due oscillerei in modo intenso

    . . . come l’ampolla in cui brucia l’incenso.

    Se passo alla musica io sto
    fra due altri grandi: se ne andò

    a 35 Mozart e operò
    fino ad ottanta Verdi. No, no, no

    . . . non devo lamentarmi. Ora però.
    qualcosa voglio aggiungere a ciò:

    se studi “arte” pur trovi occasione
    per avere a tua vita un paragone

    . . . e fare anche il bel figurone
    di persona colta, e no secchione!

    Vivere tanto o poco è un incidente,
    val solo il “divino” ch’è in tua mente.
    come in quei quattro stava largamente.

    Ovunque, se ce l’hai, sarai presente,
    e vivrai in eterno per la gente
    . . . non come me, che non ce l’ho, e son ‘niente’,

    mentre ad esempio per sempre vivrà
    Raffaello, di cui, addirittura,
    sulla tomba assai ben scritto ci sta
    che “Lui vivo temette Natura

    d’ essere vinta ed ora che è morto
    teme di morire” . . . E dagli torto !!!!

    (Cassandro)

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