Nella verdeggiante Umbria, nel comune di Campello sul Clitunno, lungo la via Flaminia fra Spoleto e Foligno vi è una piccola, grande oasi di meraviglia. Uno spazio fresco e appartato, in cui la bellezza della natura si esprime forte e potente come solo in certi angoli di questa regione del centro Italia può fare.
Le Fonti del Clitunno, un parco naturalistico di circa 10.000 metri quadrati che circonda e custodisce le sorgenti del fiume Clitunno.
Un’area tanto segreta quanto affascinante, che ha saputo conquistare e ispirare, nel corso della storia, diversi artisti, poeti, scrittori come Plinio il Giovane, Virgilio, Corot, Byron e Giosuè Carducci, il quale le consacrò nella sua celebre ode.
Il loro aspetto suggestivo, con il laghetto popolato di nasturzi acquatici, nontiscordardimé della palude, cigni e anatre, e con la miriade di colori dei salici e dei pioppi cipressini che si riflettono nel limpido specchio d’acqua.
Le Fonti del Clitunno sono alimentate da sorgenti sotterranee che sgorgano da fenditure nella roccia che con la loro copiosità anticamente formavano un fiume navigabile fino a Roma, lungo le cui sponde sorgevano sacelli, ville e terme.
Considerate sacre dai Romani che qui venivano a consultare l’oracolo del dio Clitunno e a svolgere riti religiosi, come testimonia la presenza più a valle del Tempietto di Clitunno (poi trasformato in una chiesetta paleocristiana dedicata a S. Salvatore che conserva antichi affreschi), molte vene delle acque del fiume furono disperse in seguito al grande terremoto del 440 d.C. Regolate poi facendole passare al di sotto del Marraggia, le Fonti assunsero il loro aspetto attuale nella seconda metà dell’Ottocento per opera del conte Paolo Campello della Spina.
La visita di questo luogo incantato è breve, ma costituisce una tappa piacevole e rilassante in quello che può essere anche considerato un parco storico e letterario.


